- Il sondaggio di ExpressVPN rileva che i Millennial trascorrono più tempo a giocare rispetto alla Generazione Z
- Oltre il 58% dei giocatori afferma di continuare a giocare nonostante le possibili conseguenze negative
- Gli uomini sono più coinvolti emotivamente nei videogiochi rispetto alle donne, usandoli per connettersi con gli amici
- Il sondaggio rileva che il 79% dei giocatori gioca a retrogaming come Super Mario Bros. e Pac-Man
- I membri del team di e-sport Ninjas in Pyjamas commentano i nostri risultati
Il mondo dei videogiochi ha fatto molta strada dai tempi di Pac-Man, Space Invaders e Super Mario Bros. Oggi, grazie all’alta definizione e al multiplayer online, i videogiochi sono più coinvolgenti che mai.
Tuttavia, questo maggiore senso di immersione può tradursi in una potenziale dipendenza e non sono solo i bambini e gli adolescenti a correre questo rischio.
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Qual è l’età media dei videogiocatori? Un nuovo sondaggio condotto da ExpressVPN ha rivelato che i Millennial (persone che attualmente hanno tra i 20 e i 40 anni) sono più dediti ai videogiochi rispetto alla generazione Z (adolescenti e ventenni).
Questo dato potrebbe sorprendere alcuni, visto che apparentemente i giovani non fanno altro che giocare.
Lo studio, che ha raccolto le risposte di 1.000 appassionati di videogiochi negli Stati Uniti e di 1.000 nel Regno Unito, mostra che i Millennials sono più propensi ad utilizzare i videogiochi con regolarità e per periodi di tempo più lunghi. Inoltre, tendono ad avere un legame emotivo più forte con i videogiochi, che molti citano come una forma di sollievo dallo stress e di contatto sociale.
Di seguito illustriamo questi risultati e abbiamo chiesto a giocatori professionisti di Counter Strike: Global Offensive, del team di e-sports Ninjas in Pyjamas di commentarli.
I giovani adulti e gli adolescenti passano meno tempo ai videogiochi rispetto ai giocatori più anziani
Come te lo immagini il videogiocatore medio? Se ti viene in mente l’immagine di un adolescente che gioca ai videogiochi tutto il giorno e tutta la notte parlando male degli altri giocatori, forse sei un po’ lontano dalla realtà.
Il nostro studio dimostra che i videogiocatori tra i 30 e i 40 anni sono più propensi a giocare ogni giorno, e il 68% di loro ammette di farlo. Per quanto riguarda i ventenni, invece, il 58% dei giocatori gioca ogni giorno.
Rispetto alla generazione Z, un maggior numero di Millennial ha ammesso di trascorrere una giornata intera ogni settimana a giocare. A sorpresa, anche se i giocatori della fascia d’età più anziana intervistati, dai 46 ai 55 anni, tendono a giocare meno dei Millennial, un numero maggiore di loro ammette di passare più di 24 ore a giocare con i videogiochi in un’unica sessione.
Per i più grandi giocatori, diventare professionisti è una realtà: tutto ciò che serve è molta pratica. Basta chiedere ad Astra (vero nome Mayline-Joy Champliaud), uno dei membri di Ninjas in Pyjamas, che afferma che i professionisti hanno generalmente 6.000 ore di gioco alle spalle. Quindi, se un gamer trascorre 24 ore a giocare ogni settimana potrebbe ipoteticamente diventare un professionista in 4,8 anni.
Inoltre, la generazione Z ha dichiarato di essere meno propensa a giocare di notte, una caratteristica invece più comune tra i giocatori più anziani. Anche se questo è dovuto probabilmente agli obblighi lavorativi diurni dei Millennial, che li costringono a dedicarsi ai loro hobby dopo l’orario di lavoro, è comunque sorprendente che il 59% dichiari di continuare a giocare anche quando sa che questo può disturbare il loro sonno o interferire con altre responsabilità.
Perché i Millennial sono i gamer più accaniti? Possiamo ipotizzare che: sono cresciuti con l’industria dei videogiochi, vedendola evolvere da mondi pixellosi a 8 bit ad ambienti lussureggianti e realistici. Per molti “ragazzi” degli anni ’80 e dei primi anni ’90, i videogiochi rappresentano un modo per rilassarsi, entrare in contatto con gli amici e persino farne di nuovi. La generazione Z, invece, è cresciuta con i dispositivi mobili in tasca e non ha mai conosciuto un mondo senza internet. Per loro, i giochi potrebbero essere solo un modo per passare il tempo e sfuggire alla realtà.
I Millennial hanno anche una maggiore disponibilità economica da destinare alla loro forma di intrattenimento preferita rispetto alle loro controparti più giovani, che probabilmente frequentano ancora la scuola o hanno appena iniziato a lavorare. Infatti, un terzo dei Millennial con cui abbiamo parlato afferma di essere pronto a spendere dai 50 ai 100 dollari per un singolo acquisto all’interno del gioco, e quasi uno su cinque di quelli intervistati non ha problemi a sborsare più di 100 dollari.
Se sei sorpreso dalle nostre scoperte, non sei il solo: lo erano anche i membri dei Ninjas in Pyjamas. “Penso che il gioco sia sicuramente una cosa mainstream per i bambini più piccoli perché è molto più facile per loro giocarci”, afferma Aleksib (vero nome Aleksi Virolainen), un giocatore professionista di Counter Strike: Global Offensive per il team di e-sport. “Conosco bambini di quattro anni che giocano già su un iPad, cosa che non ho potuto fare quando avevo la loro età perché non ho mai avuto accesso.”
Alcuni gamer ammettono di sentirsi dipendenti
Di solito i videogiochi sono pensati secondo obiettivi ben precisi che i giocatori devono raggiungere per progredire nella loro missione. Questo senso di successo porta a un improvviso rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore responsabile delle sensazioni di piacere e soddisfazione. Il rilascio di dopamina spinge quindi i giocatori ad affrontare sempre nuove sfide. Di conseguenza, i giocatori iniziano a passare più tempo ai videogiochi, perdendo spesso il controllo sulle loro abitudini.
Più di un intervistato su cinque ha dichiarato che vorrebbe passare meno tempo a giocare con i videogiochi, mentre il 5% dei Millennials ha dichiarato di sentirsi dipendente dal gioco, rispetto al 3% della generazione Z.
Uno dei segnali più comuni della dipendenza da videogiochi è l’incapacità di concentrarsi su altre attività e di pensare ai videogiochi anche quando non si sta giocando. È sorprendente che quasi il 30% dei giocatori abbia ammesso di pensare sempre ai videogiochi e che quasi la metà di loro trovi tutto il resto noioso rispetto ai videogiochi.
Sono stato dipendente dai giochi e sono ancora dipendente dai giochi. Sento che dovrebbe sempre esserci un equilibrio, se hai bisogno di provare a ridurre le ore [giocate].
— Aleksib, giocatore pro Counter Strike: Global Offensive
Non riuscire a trovare divertimento al di fuori del mondo dei videogiochi può causare un’ossessione e trascurare attività quotidiane essenziali come mangiare, avere interazioni sociali, dormire e lavorare. È preoccupante che più della metà dei nostri intervistati abbia confessato che spesso continua a giocare ai videogiochi pur sapendo che ciò può influire negativamente sulla propria vita.
“Può creare dipendenza, soprattutto se non hai altri hobby, come lo sport o la musica”, afferma Astra. “Penso che essere dipendenti però sia una parola grossa, e non penso che ci siano così tante le persone che ne sono dipendenti.
Il suo compagno di squadra Aleksib aggiunge che è difficile non diventare dipendenti da qualcosa di cui sei così appassionato.
“Sono stato dipendente dai giochi e sono ancora dipendente dai giochi. Sento che dovrebbe sempre esserci un equilibrio, se hai bisogno di provare a ridurre le ore [giocate]. Prendersi delle pause per concentrarsi piuttosto su qualcosa di più sano come fare passeggiate e allungare il proprio corpo può ridurre significativamente il rischio di perdere il controllo sulle proprie sessioni di gioco”.
Gli uomini sono emotivamente più coinvolti nei videogiochi rispetto alle donne
Il concetto stereotipato che i videogiocatori siano esclusivamente uomini è stato superato dalla società, con gli sviluppatori che puntano su un pubblico più eterogeneo che mai. Tuttavia, rimane ancora una netta differenza nella percezione che donne e uomini hanno dei videogiochi e dell’importanza che essi rivestono nella loro vita.
Sebbene passino meno tempo a giocare rispetto agli uomini, la maggior parte delle donne intervistate ammette che vorrebbe ridurre ulteriormente il tempo trascorso a giocare con i videogiochi. Inoltre, hanno dichiarato di sentirsi più in colpa degli uomini quando dedicano il loro tempo libero ai videogiochi.
Al contrario, il nostro studio dimostra che gli uomini giocano spesso ai videogiochi per entrare in contatto con i loro amici e conoscere nuove persone. Gli uomini sono anche più propensi a intraprendere una carriera nel settore dei videogiochi rispetto alle donne, che hanno dichiarato di giocare ai videogiochi per rilassarsi e divertirsi.
La connessione emotiva con i personaggi di fantasia è antica quanto lo è il racconto stesso. Nei videogiochi, invece, il giocatore incarna il personaggio e ne controlla le azioni. Anche le trame dei videogiochi sono spesso scritte con grande profondità emotiva, con personaggi maturi e complessi.
Tuttavia, esiste un chiaro divario di genere quando si parla di tempo e di investimenti emotivi. Tra gli intervistati di sesso maschile, il 72% ha dichiarato di aver perso interesse per gli hobby che prima amava a causa dei videogiochi, rispetto al 49% delle donne. Allo stesso modo, un numero maggiore di uomini ha riferito di provare sentimenti di tristezza, noia e ansia quando non possono giocare ai loro giochi preferiti.
Il dominio degli sparatutto
Sebbene più della metà dei nostri intervistati abbia dichiarato di apprezzare sia i videogiochi single che quelli multiplayer, il 40% delle donne ha affermato che, potendo scegliere, preferirebbe i giochi single player. Questo dato è in linea con il fatto che i giocatori di sesso maschile sono più propensi a usare i giochi per entrare in contatto con gli amici rispetto alle giocatrici.
Lo studio ha rivelato anche che gli uomini amano di più i giochi d’azione e i loro preferiti sono gli sparatutto in prima persona come Call of Duty e i giochi di calcio come FIFA. Il fatto interessante è che Call of Duty è il preferito anche dalle donne. Fa seguito The Sims, un gioco di simulazione sociale che permette ai giocatori di controllare le azioni e le interazioni dei loro personaggi, nonché di gestire le loro carriere, le loro relazioni e altri aspetti della loro vita.
I videogiochi più popolari tra gli uomini:
- Call of duty – 71%
- FIFA – 56%
- God of war – 48%
I videogiochi più popolari tra le donne:
- Call of duty – 46%
- The Sims – 39%
- Minecraft – 33%
Retro gaming: maledetta nostalgia
Anche se gli sviluppatori di videogiochi investono una mole di tempo e impegno pazzesca per migliorare le esperienze di gioco, creando giochi dalla grafica che sembra quasi reale, a volte tutto ciò che i giocatori desiderano è tornare alla semplicità dei primi giochi a cui hanno giocato.
Il retrogaming, ovvero la pratica di giocare a vecchi videogiochi e di collezionarli, è una tendenza molto diffusa che ha preso piede negli ultimi tempi, spingendo le aziende produttrici di videogiochi a riportare in vita i vecchi titoli e persino a rieditare le vecchie console e i vecchi dispositivi.
Secondo il nostro studio, il 79% degli intervistati pratica il retro gaming. Benché questo non sia una sorpresa per i giocatori più anziani che sono cresciuti con questo tipo di giochi, è interessante scoprire che anche i giocatori della generazione Z apprezzano i giochi degli anni ’80 e ’90.
Tra i motivi per cui le persone scelgono di giocare ai giochi del passato piuttosto che alle nuove uscite ci sono soprattutto la semplicità delle trame. I vecchi videogiochi sono anche considerati più originali e innovativi. Tuttavia, il 38% degli intervistati ha indicato la nostalgia come ragione principale per il retro gaming, il che, ancora una volta, si ricollega al motivo per cui le generazioni più anziane tendono a essere più attive rispetto alle loro controparti più giovani.
Se Super Mario Bros. è il gioco retrò più popolare tra gli intervistati, altri classici come Pac-Man, Tetris e Mario Kart seguono a ruota.
I cellulari sono i dispositivi di gioco principali
Gli smartphone sono abbastanza potenti da permetterci di giocare senza problemi. Infatti, il 70% degli intervistati ha dichiarato che il proprio dispositivo di gioco preferito è il telefono cellulare. Tuttavia, questo non significa che i PC e le console siano diventati obsoleti per il gaming.
Ha senso perché il telefono è un dispositivo che usiamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 nella nostra vita quotidiana, per tutto. L’acquisto di console extra o anche di un PC costa molto di più. Il telefono in un certo senso è una specie di all-in-one (gioco, chiamata, visione, ecc.).
— Astra, giocatore pro Counter Strike: Global Offensive
I Ninjas in Pyjamas concordano sul fatto che il futuro dei giochi per dispositivi mobili è roseo, considerando che i telefoni sono diventati una parte indispensabile delle nostre vite.
“Ha senso perché il telefono è un dispositivo che usiamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 nella nostra vita quotidiana, per tutto. L’acquisto di console extra o anche di un PC costa molto di più. Il telefono in un certo senso è una specie di all-in-one (gioco, chiamata, visione, ecc.).”
Aleksib ritiene che ci sarà un aumento significativo nello sviluppo di nuovi giochi per dispositivi mobili e che i giochi originariamente creati per PC e console di gioco diventeranno spesso più disponibili su piattaforme mobili. “Ho già visto apparire alcuni tornei per dispositivi mobili adattati dalle stesse aree in cui ho gareggiato io”, afferma. “I giochi per dispositivi mobili stanno diventando sempre più grandi.”
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